Il teschio: Jon Klassen ci porta in un viaggio indimenticabile nella foresta
Alcuni libri ci appaiono cupi e insoliti. Ma, come nella vita, dobbiamo cercare di andare oltre le apparenze. Ovviamente alcuni libri si rivelano esattamente come li avevamo ipotizzati, cupi e insoliti, ma altri potrebbero presentarci non poche sorprese di trama e simboli nascosti.
È il caso di Il teschio di Jon Klassen (traduzione di Greta Poli, Zoolibri editore), finalista Premio Andersen 2024, Categoria Miglior libro 6/9 anni.
Un libro asciutto di testo, ma ricco di contenuti, capace di lasciare tutti con il fiato sospeso e contemporaneamente di parlare all’anima di ogni lettore. Un testo che prende a piene mani dalla psicoanalisi diversi concetti, da Freud a Winnicott, ma che riesce a proporli in maniera semplice, normale, trasportando simboli e complicate spiegazioni alla portata di tutti.
Il teschio
Una bambina, Otilla, finalmente riesce a scappare. Non sappiamo da cosa o da chi, ma la sensazione che sia la scelta giusta ci appare fin da subito scontata. E già dalla prima pagina ci ritroviamo al fianco di questa incredibile protagonista. Il paesaggio è innevato, il blu della notte toglie luce alla neve, ma la sensazione di silenzio e gelo è totale.
Otilla corre per tutta la notte. Cade, piange e si rialza. Finalmente una casa illumina la sua via. Ad accoglierla un teschio. Avete capito bene. Un teschio senza scheletro apre la porta della casa. Il teschio accoglie Otilla come un perfetto gentleman, la accompagna di stanza a stanza, beve il te con lei (più o meno… il te cade sul pavimento, ma la sensazione rimane). Balla con lei.
Tra i due protagonisti si instaura un rapporto insolito, fatto di gioie e paure. Gioia per aver trovato un amico/amica, paura perché la notte si avvicina ed è evidente che qualcosa spaventa la casa, e non solo…
Durante il giorno le immagini prendono un po’ di colore, come la luce che si infila nelle finestre dopo una bianca nevicata: attutita, silenziosa, pennella i mobili e le pareti. Mentre di notte la luce scompare e il blu avvolge ogni cosa.
Dalle torri ai pozzi profondi, dalle maschere alla sala da ballo. Finalmente è ora di andare a dormire. Solo ora teschio decide di svelare il suo segreto, il suo terrore. Ogni notte uno scheletro vuole prenderlo, uno scheletro senza testa.
Otilla decide di aiutare il suo nuovo amico…
Una lettura piacevole
Come sempre non ho alcuna intenzione di svelare il finale, posso solo dirvi che la storia è molto originale. Anche se inizialmente richiama La Bella e la Bestia, a un certo punto vira in un mondo fantastico diverso, nuovo, ironico. Ho trovato la storia molto divertente, meno divertenti sono le immagini, cupe e silenziose. Ogni tavola presentata crea atmosfera, i dialoghi tra Otilla e il teschio sono spassosi e oltre ogni aspettativa.
Il finale è inaspettato, eppure perfetto. L’unico possibile.
Una bella storia, piacevole, da leggere davanti un caldo camino per non perdere la concentrazione e la luce.
I libri finalisti del Premio Andersen 2024
Su Libri e bambini presentiamo i testi finalisti del Premio Andersen 2024.
Finalisti miglior libro 0/3 anni
- È mio! di Yosuke Yonezu, La Margherita
- Merlino dove vai? di Eva Rasano, Pulce
Miglior libro 3/6 anni
- Agrifoglio di Matthew Cordell, traduzione di Maria Pia Secciani, Clichy
- Storie brevi di Silvia Borando, Minibombo
- Vorrei dirti di Jean-François Sénéchal, illustrazioni di Chiaki Okada, traduzione di Anselmo Roveda, Giralangolo
Finalisti miglior libro 6/9 anni
- Streghetta Nocciola di Phoebe Wahl, traduzione a cura della libreria Radice Labirinto, Il Castoro
Miglior libro oltre 12 anni
- Motel Calivista, buongiorno! di Kelly Yang, traduzione di Federico Taibi, Emons
Miglior libro senza parole
- Kintsugi di Issa Watanabe, Logos
I nostri voti
Storia
Illustrazioni
Leggibilità
Prezzo
Piacevole
Una storia molto originale: un teschio senza corpo, uno scheletro non invitato, una piccola eroina intraprendente e insolita.