Libri per bambini contro il razzismo
Come possiamo spiegare ai più piccoli cos’è il razzismo? In realtà, credo che possiamo, noi adulti, imparare molto da loro, perché per i bambini semplicemente il razzismo non esiste. Non esistono bambini africani, cinesi, italiani, ma solo bambini. I bambini neri non sono neri, se proprio vogliamo andare nel dettaglio sono marroni mentre i bianchi sono rosa. I particolari sono importanti! E, comunque, tutti questi bambini solitamente sono anche molto simpatici. Questo per ribadire un concetto molto limpido: il problema è solo degli adulti.
Ma spiegare la diversità e farne una ricchezza, questo sì possiamo farlo, anche con l’aiuto dei libri. Ribadisco: «anche», perché molta differenza la fa nostra quotidianità, i nostri discorsi all’ora di cena o durante la gita della domenica, i bambini ascoltano, sono un attento pubblico della nostra vita. Crescere bambini aperti alle diverse culture, senza paure o timori, è una questione di quotidianità più che di singoli episodi.
Torniamo ai libri. Il mercato offre tantissimi libri che affrontano il tema diversità, sia in termini fiabeschi che nel dettaglio. Il fine è quello di offrire più punti di vista al piccolo e attento lettore per accettare il diverso e tramutarlo in una ricchezza.
Alcuni libri per bambini contro il razzismo
Credo che un ottimo esempio sia il libro «Je veux qu’on m’aime» di Leo Timmers, al momento solo in lingua originale (credo), coloratissimo e divertente, oltre ad avere un prezzo davvero accessibile. Il libro presenta la classica storia dell’accettare la diversità ma lo fa a modo suo: un nero, nerissimo, corvo, vorrebbe giocare con altri colorati uccellini, una cinciallegra, un usignolo e un parrocchetto, ma i tre non ne vogliono proprio sapere perché ritengono il merlo troppo nero e brutto per dedicargli del tempo. Il merlo decide così di colorarsi, per assomigliare agli altri, ma il risultato è spaventoso. Alla fine, il nero corvo si farà voler bene anche dagli uccellini snob e lo farà a modo suo ovviamente.
«E tu di che colore sei?» di Silvia Serreli (Giunti), è un altro esempio limpido e chiaro per i più piccolini. Tea è una bambina come tante ma davvero non capisce perché ai più grandi interessa il colore della pelle. Nessuno le ha mai chiesto di colore sono i suoi calzini!
«Buongiorno postino» di Michaël Escoffier e Matthieu Maudet (Babalibri), si diverte a farci riflettere sul concetto di amore, anche se la situazione appare un po’… diversa. Un simpatico postino consegna pacchi in tutto il mondo, pacchi decisamente inusuali. Ad esempio consegna un piccolo ippopotamo a mamma e papà ippopotamo, o un paio di scimmie a mamma e papà scimmia. Poi arriva dai pinguini e perbacco il postino si è sbagliato! Ma pare che non sia la prima volta e alla famiglia dei pinguini in realtà importa poco…
«Uomo di colore» di Jerome Ruillier (Arka). Qui l’umorismo regna sovrano: perché io, il bambino della storia, che sono nero vengo definito di colore, quando il bambino bianco nasce rosa ma diventa rosso con il sole, blu se ha freddo ecc.? Devo però segnalare che la nuova edizione del libro non è bella come la prima, a partire dalla copertina: l’edizione del 2000 presentava un bambino di tutti i colori, ora invece un bambino nero, e basta. Peccato!