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Il sentiero e altre filastrocche, di Gianmaria Testa

C’è poco da girarci intorno. Leggere Il sentiero e altre filastrocche di Gianmaria Testa, con disegni di Valerio Berruti, in libreria per Gallucci, è un’esperienza che lascia senza parole. Sì, perché sebbene siano palesemente filastrocche per bambini, l’adulto che legge non può fare a meno di interrogarsi sui tanti guai che i “grandi” combinano nella quotidianità.

Il sentiero e altre filastrocche

Gianmaria Testa, Il sentiero e altre filastrocche
Gianmaria Testa, Il sentiero e altre filastrocche

Sono tre le storie che compongono il libro Il sentiero e altre filastrocche.

Il sentiero

La prima storia, quella che dà il titolo alla raccolta, Il sentiero, racconta di una strada molto stretta che c’è a Riotorto “così piccolina e stretta / che ci passano soltanto gatti e bimbi in bicicletta”. Ve la immaginate una situazione del genere? L’apprensione degli adulti sarebbe alle stelle! E lo sarebbe ancora di più nel vedere che poi i bambini (e anche i gatti!) sono felici di imboccare quella viuzza. Eppure la conoscenza della destinazione di quella strada resta preclusa agli adulti (e non sarò certo io a svelarverla).

Le parole straparlate

La seconda filastrocca è Le parole straparlate. Narra di una riunione delle parole del vocabolario che sono tutte inquiete perché l’ignoranza la fa da padrone e nessuno più capisce il loro significato. Abaco, Abulico, Indaco si lamentano perché il mondo “ci bistratta e dice male”.

Così le parole stabiliscono di scambiarsi “nome e ruolo /nella testa della gente” in modo che nessuno ci capisca più nulla. Nessuno tranne i bambini. Perché “non è colpa dei bambini / se gli adulti parlan male / loro son venuti al mondo / senza dirne di parole”.

Ventimila leghe in fondo al mare

La terza storia raccontata a mo’ di filastrocca ha per titolo Ventimila leghe in fondo al mare in cui si prova a immaginare cosa succederebbe se un giorno le acque dei mari iniziassero a litigare tra di loro perché non si vogliono mischiare. Le onde non vogliono mischiarsi alle altre, le gocce non ne vogliono sapere nulla di quello che accade alle altre gocce e anche l’idrogeno ne avrebbe da ridire perché essendo in maggioranza vorrebbe staccarsi dall’ossigeno. Tutti litigano, tutti vogliono stare per fatti propri, nessuno si fa accogliente fino a quando non rimane altro che “un deserto di sale e granito / ma buio e profondo, più nero del nero”.

Le illustrazioni

Di particolare pregio anche le illustrazioni di Valerio Berruti, in cui i bambini e le bambine, si muovono sullo sfondo di carte geografiche o pagine di vocabolario.

Review Overview

Storia
Leggibilità
Illustrazioni
Prezzo

Ammaliante

Usando la classica forma delle filastrocche, l'autore fa passare concetti importantissimi come la libertà, l'accoglienza, l'attenzione all'altro e a quello che si dice

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Roberto Russo

Roberto Russo è nato a Roma e vive a Perugia. Dottore in letteratura cristiana antica greca e latina, è appassionato del profeta Elia. Segue due motti: «Nulla che sia umano mi è estraneo» (Terenzio) e «Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo» (Tommaso da Kempis). In questa tensione si dilania la sua vita. Tra le altre cose, collabora con alcune testate online e tanto tempo fa ha pubblicato un racconto con Mondadori.

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